La guida di Paola - Sassari e Dintorni

Paola
La guida di Paola - Sassari e Dintorni

Visite turistiche

Forse in età romana era la mitica Tibula, nel Medioevo è di certo stato per secoli fortezza inespugnabile, protetta da possenti mura e 17 torri, fino all’avvento delle armi moderne. Il nucleo originario di Castelsardo fu costruito attorno al castello dei Doria, risalente, secondo tradizione, al 1102, ma più verosimilmente a fine XIII secolo, attuale sede del suggestivo museo dell’Intreccio mediterraneo, uno dei più visitati della Sardegna. A inizio XVI secolo fu rinominato Castillo Aragonés e divenne sede vescovile sino alla costruzione della cattedrale di sant’Antonio Abate (1586), che ti stupirà con la torre campanaria a picco sul mare chiusa da una cupola maiolicata e con le cripte sottostanti, che ospitano il museo ‘Maestro di Castelsardo’. Sotto la dinastia sabauda, il paese assunse il nome attuale. Oggi fa parte dell’esclusivo Club dei borghi più belli d’Italia e mantiene intatta la nobile posa di signoria fortificata, grazie ai bastioni e ripide scale. Nel tour degli edifici religiosi e storici non puoi perderti la chiesa di santa Maria delle Grazie, il monastero dei benedettini, l’episcopio (sede del vescovo), il palazzo La Loggia, sede della municipalità fin dal 1111, e il palazzo Eleonora d’Arborea. I riti della Settimana Santa sono l’evento più caratterizzante: la fede popolare va in scena in celebrazioni spagnoleggianti. Il Lunissanti, lunedì dopo la domenica delle Palme, è suggestivo e pittoresco, soprattutto all’alba con il lungo pellegrinaggio verso la basilica di Nostra Signora di Tergu. Di notte, il centro viene illuminato da fiaccole e risuona di cori sacri. Da non perdere anche la Prucissioni del giovedì santo e Lu Lcravamentu del venerdì. Il 17 gennaio si festeggia con i falò il patrono sant’Antonio. Da tradizioni a testimonianze archeologiche e monumenti naturali: nuraghe Paddaju, mura megalitiche prenuragiche di monte Ossoni e, a quattro chilometri dal borgo, domus de Janas, rilievi ‘a protome taurina’ e la roccia dell’Elefante. Il litorale castellanese è fatto di alte scogliere di trachite rossa. Pochi i tratti sabbiosi, tra cui la Marina di Castelsardo, all’ingresso del borgo e la spiaggia di Lu Bagnu, frazione distante due chilometri e mezzo, protetta da rocce bordate di verde: arenile color crema con fondale cristallino punteggiato di scogli piatti. Per gli appassionati di windsurf e vela, è imperdibile una puntata a punta La Capra, il cui gioco fra mare e scogli crea una piscina naturale. Il mare è anche sulle tavole dei ristoranti castellanesi: aragosta, astice, granseole, ricci e frutti di mare.
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Castelsardo
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Forse in età romana era la mitica Tibula, nel Medioevo è di certo stato per secoli fortezza inespugnabile, protetta da possenti mura e 17 torri, fino all’avvento delle armi moderne. Il nucleo originario di Castelsardo fu costruito attorno al castello dei Doria, risalente, secondo tradizione, al 1102, ma più verosimilmente a fine XIII secolo, attuale sede del suggestivo museo dell’Intreccio mediterraneo, uno dei più visitati della Sardegna. A inizio XVI secolo fu rinominato Castillo Aragonés e divenne sede vescovile sino alla costruzione della cattedrale di sant’Antonio Abate (1586), che ti stupirà con la torre campanaria a picco sul mare chiusa da una cupola maiolicata e con le cripte sottostanti, che ospitano il museo ‘Maestro di Castelsardo’. Sotto la dinastia sabauda, il paese assunse il nome attuale. Oggi fa parte dell’esclusivo Club dei borghi più belli d’Italia e mantiene intatta la nobile posa di signoria fortificata, grazie ai bastioni e ripide scale. Nel tour degli edifici religiosi e storici non puoi perderti la chiesa di santa Maria delle Grazie, il monastero dei benedettini, l’episcopio (sede del vescovo), il palazzo La Loggia, sede della municipalità fin dal 1111, e il palazzo Eleonora d’Arborea. I riti della Settimana Santa sono l’evento più caratterizzante: la fede popolare va in scena in celebrazioni spagnoleggianti. Il Lunissanti, lunedì dopo la domenica delle Palme, è suggestivo e pittoresco, soprattutto all’alba con il lungo pellegrinaggio verso la basilica di Nostra Signora di Tergu. Di notte, il centro viene illuminato da fiaccole e risuona di cori sacri. Da non perdere anche la Prucissioni del giovedì santo e Lu Lcravamentu del venerdì. Il 17 gennaio si festeggia con i falò il patrono sant’Antonio. Da tradizioni a testimonianze archeologiche e monumenti naturali: nuraghe Paddaju, mura megalitiche prenuragiche di monte Ossoni e, a quattro chilometri dal borgo, domus de Janas, rilievi ‘a protome taurina’ e la roccia dell’Elefante. Il litorale castellanese è fatto di alte scogliere di trachite rossa. Pochi i tratti sabbiosi, tra cui la Marina di Castelsardo, all’ingresso del borgo e la spiaggia di Lu Bagnu, frazione distante due chilometri e mezzo, protetta da rocce bordate di verde: arenile color crema con fondale cristallino punteggiato di scogli piatti. Per gli appassionati di windsurf e vela, è imperdibile una puntata a punta La Capra, il cui gioco fra mare e scogli crea una piscina naturale. Il mare è anche sulle tavole dei ristoranti castellanesi: aragosta, astice, granseole, ricci e frutti di mare.
Sassari è una città bella e regale. È uno di quei luoghi che non ti aspetti, con mille straordinarie sorprese. Appena si inizia a passeggiare nel centro della città si scopre anche qui uno dei volti più belli della Sardegna. Ed è subito passione. Per la sua storia, per i sui monumenti, per i suoi spazi verdi, per la sua cultura, per la tradizione e per la sua cucina tipica che la rendono una meta unica. Ma Sassari oltre la sua storia può essere raccontata in tanti altri modi. Perché è una città dove tutto è speciale... …è la città in cui è nata la prima università della Sardegna e ancora oggi è la città dei giovani che qui trovano studi d’eccellenza in diritto, agraria e veterinaria …è la città che ha come simbolo una fontana che è un vero e proprio capolavoro: la fontana del Rosello, già conosciuta come fonte dal 1295 …è la città in cui il salotto cittadino è una gigantesca piazza ottocentesca, piazza D’Italia, in cui si affaccia il neogotico Palazzo della Provincia …è la città in cui dei meravigliosi Candelieri alti 3 metri e pesanti quattro quintali sono riconosciuti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e il 15 di agosto vengono portati in spalla in una magica danza per le strade strette e affollate della città …è la città ricca di palazzi storici oggi sedi comunali e di musei, bellissime strutture realizzate tra il Seicento e l’Ottocento …è la città della politica e dei presidenti della Repubblica Italiana: sono nati e cresciuti qui Enrico Berlinguer, Antonio Segni e Francesco Cossiga …è la città in cui c’è un reggimento militare composto fin dalla sua nascita nel 1915 quasi interamente da sardi e che può vantare un’infinità di medaglie al valore e riconoscimenti: è la Brigata Sassari e il suo inno Dimonios (diavoli) per i sardi è il segno di riconoscimento del coraggio tipico degli isolani …è la città in cui il miglior fast food è quello che propone la fainè …è la città nel cui territorio c’è un luogo speciale, Monte d’Accoddi, di epoca prenuragica, un monumento unico nel Mediterraneo con una struttura piramidale a gradoni che ricorda le ziqqurat della Mesopotamia …è la città nel cui territorio si trova l’unico lago naturale della Sardegna: il lago di Baratz …è la città nel cui territorio è possibile trovare le atmosfere delle highland scozzesi nell’Argentiera …è la città nel cui territorio è possibile abbracciare con lo sguardo Golfo dell’Asinara tra le acque cristalline del mare e i fenicotteri rosa
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Sassari
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Sassari è una città bella e regale. È uno di quei luoghi che non ti aspetti, con mille straordinarie sorprese. Appena si inizia a passeggiare nel centro della città si scopre anche qui uno dei volti più belli della Sardegna. Ed è subito passione. Per la sua storia, per i sui monumenti, per i suoi spazi verdi, per la sua cultura, per la tradizione e per la sua cucina tipica che la rendono una meta unica. Ma Sassari oltre la sua storia può essere raccontata in tanti altri modi. Perché è una città dove tutto è speciale... …è la città in cui è nata la prima università della Sardegna e ancora oggi è la città dei giovani che qui trovano studi d’eccellenza in diritto, agraria e veterinaria …è la città che ha come simbolo una fontana che è un vero e proprio capolavoro: la fontana del Rosello, già conosciuta come fonte dal 1295 …è la città in cui il salotto cittadino è una gigantesca piazza ottocentesca, piazza D’Italia, in cui si affaccia il neogotico Palazzo della Provincia …è la città in cui dei meravigliosi Candelieri alti 3 metri e pesanti quattro quintali sono riconosciuti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e il 15 di agosto vengono portati in spalla in una magica danza per le strade strette e affollate della città …è la città ricca di palazzi storici oggi sedi comunali e di musei, bellissime strutture realizzate tra il Seicento e l’Ottocento …è la città della politica e dei presidenti della Repubblica Italiana: sono nati e cresciuti qui Enrico Berlinguer, Antonio Segni e Francesco Cossiga …è la città in cui c’è un reggimento militare composto fin dalla sua nascita nel 1915 quasi interamente da sardi e che può vantare un’infinità di medaglie al valore e riconoscimenti: è la Brigata Sassari e il suo inno Dimonios (diavoli) per i sardi è il segno di riconoscimento del coraggio tipico degli isolani …è la città in cui il miglior fast food è quello che propone la fainè …è la città nel cui territorio c’è un luogo speciale, Monte d’Accoddi, di epoca prenuragica, un monumento unico nel Mediterraneo con una struttura piramidale a gradoni che ricorda le ziqqurat della Mesopotamia …è la città nel cui territorio si trova l’unico lago naturale della Sardegna: il lago di Baratz …è la città nel cui territorio è possibile trovare le atmosfere delle highland scozzesi nell’Argentiera …è la città nel cui territorio è possibile abbracciare con lo sguardo Golfo dell’Asinara tra le acque cristalline del mare e i fenicotteri rosa
Si affaccia sul mare al centro del golfo dell’Asinara, su un promontorio che degrada verso la piana della Nurra. Porto Torres, città di 22 mila abitanti, concentra due millenni di storia raccontata da tesori archeologici e monumenti e impreziosita dalla natura selvaggia del parco dell’Asinara. Nel III secolo d.C. seconda solo a Karalis per abitanti e magnificenza. Le industrie petrolchimiche, da metà XX secolo, hanno affiancato agricoltura e pesca e segnato le vicende recenti della città. Nel porto internazionale spicca l’imponente Torre aragonese (1325), strumento difensivo e faro, oggi sede di mostre. La Torre di Abbacurrente (1578) segna l’inizio del tratto turritano di Platamona. Vicino alla città, alte falesie si tuffano nel mare azzurro con graziose calette di sabbia, come la spiaggia di Balai. Scoprirai il passato glorioso di Porto Torres nel parco archeologico di Turris Lybisonis, colonia romana sua antenata, detta Iulia perché fondata da Cesare o Ottaviano. Principale scalo sardo, trasportava nella madrepatria argento e ferro delle miniere. Ti sorprenderanno l’imponenza della domus di Orfeo (I-III d.C.), la sfarzosa domus patrizia dei mosaici, le terme Pallottino e Maetzke. Case, botteghe e vie lastricate sono in parte inglobate nell’Antiquarium Turritano, museo che custodisce i reperti di decenni di scavi. La foce del fiume Mannu, dove sorse la città, è tutt’oggi ‘cavalcata’ dal ponte romano di età imperiale, opera di ingegneria quasi intatta, sette arcate lunghe 135 metri, trafficate sino a oltre metà XX secolo. Attorno a Turris ammirerai Tanca Borgona, necropoli imperiale e paleocristiana con 32 sepolture, alcune con affreschi e mosaici, le 50 tombe (sarcofagi e fosse) ad arcosolio ‘del Nautico’, e il complesso funerario di via Libio, scoperto nel 2000, con sepolture ad arcosolio scavate nel calcare e altre a inumazione: in una è rappresentata una biga in corsa con auriga e cavalli. Su Crucifissu Mannu è la necropoli preistorica più significativa: 22 tombe che abbracciano un arco temporale da 3200 a 1600 a.C., di cui tre si distinguono per complessità e decorazioni simboliche. La testimonianza più arcaica è all’Asinara: le domus de Janas di Campu Perdu (IV millennio a.C.). Numerosi i nuraghi, fra cui il Nieddu, in trachite rossa. Nel Medioevo Turris fu sede episcopale per circa un millennio (484-1441). La cattedrale era la basilica di san Gavino, la chiesa romanica più grande e antica dell’Isola, costruita tra 1030 e 1080 e avvolta nel mistero di episodi leggendari. I particolari architettonici la rendono unica: combina grandiosità esterna a fascino discreto dell’interno. Nella seicentesca cripta sono custodite le reliquie dei santi Gavino, Proto e Gianuario, ritrovate nel 1614 durante gli scavi sotto la navata centrale. Le reliquie sono oggi custodite nella cripta seicentesca costruita sotto la Basilica. La chiesetta di Balai Lontano, secondo leggenda, sarebbe luogo del martirio dei tre santi (303 d.C.), mentre il santuario di Balai Vicino luogo della loro prima sepoltura. Nei giorni di Pentecoste si celebra in suo onore la Festha manna, ricorrenza più sentita e partecipata, cui sono associati eventi culturali, sagra del pesce e la regata del Pescatore a vela latina. All’attività velistica tradizionale è dedicata anche La Bordeggiata di fine giugno, nonchè una sezione del museo del porto, insieme alle memorie del XX secolo. Il museo Andrea Parodi, nel palazzo del Marchese, edificio di pregio del primo Ottocento, ripercorre vita e carriera del musicista portotorrese. In tema, a settembre va in scena Voci d’Europa, festival internazionale di musiche polifoniche.
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Porto Torres
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Si affaccia sul mare al centro del golfo dell’Asinara, su un promontorio che degrada verso la piana della Nurra. Porto Torres, città di 22 mila abitanti, concentra due millenni di storia raccontata da tesori archeologici e monumenti e impreziosita dalla natura selvaggia del parco dell’Asinara. Nel III secolo d.C. seconda solo a Karalis per abitanti e magnificenza. Le industrie petrolchimiche, da metà XX secolo, hanno affiancato agricoltura e pesca e segnato le vicende recenti della città. Nel porto internazionale spicca l’imponente Torre aragonese (1325), strumento difensivo e faro, oggi sede di mostre. La Torre di Abbacurrente (1578) segna l’inizio del tratto turritano di Platamona. Vicino alla città, alte falesie si tuffano nel mare azzurro con graziose calette di sabbia, come la spiaggia di Balai. Scoprirai il passato glorioso di Porto Torres nel parco archeologico di Turris Lybisonis, colonia romana sua antenata, detta Iulia perché fondata da Cesare o Ottaviano. Principale scalo sardo, trasportava nella madrepatria argento e ferro delle miniere. Ti sorprenderanno l’imponenza della domus di Orfeo (I-III d.C.), la sfarzosa domus patrizia dei mosaici, le terme Pallottino e Maetzke. Case, botteghe e vie lastricate sono in parte inglobate nell’Antiquarium Turritano, museo che custodisce i reperti di decenni di scavi. La foce del fiume Mannu, dove sorse la città, è tutt’oggi ‘cavalcata’ dal ponte romano di età imperiale, opera di ingegneria quasi intatta, sette arcate lunghe 135 metri, trafficate sino a oltre metà XX secolo. Attorno a Turris ammirerai Tanca Borgona, necropoli imperiale e paleocristiana con 32 sepolture, alcune con affreschi e mosaici, le 50 tombe (sarcofagi e fosse) ad arcosolio ‘del Nautico’, e il complesso funerario di via Libio, scoperto nel 2000, con sepolture ad arcosolio scavate nel calcare e altre a inumazione: in una è rappresentata una biga in corsa con auriga e cavalli. Su Crucifissu Mannu è la necropoli preistorica più significativa: 22 tombe che abbracciano un arco temporale da 3200 a 1600 a.C., di cui tre si distinguono per complessità e decorazioni simboliche. La testimonianza più arcaica è all’Asinara: le domus de Janas di Campu Perdu (IV millennio a.C.). Numerosi i nuraghi, fra cui il Nieddu, in trachite rossa. Nel Medioevo Turris fu sede episcopale per circa un millennio (484-1441). La cattedrale era la basilica di san Gavino, la chiesa romanica più grande e antica dell’Isola, costruita tra 1030 e 1080 e avvolta nel mistero di episodi leggendari. I particolari architettonici la rendono unica: combina grandiosità esterna a fascino discreto dell’interno. Nella seicentesca cripta sono custodite le reliquie dei santi Gavino, Proto e Gianuario, ritrovate nel 1614 durante gli scavi sotto la navata centrale. Le reliquie sono oggi custodite nella cripta seicentesca costruita sotto la Basilica. La chiesetta di Balai Lontano, secondo leggenda, sarebbe luogo del martirio dei tre santi (303 d.C.), mentre il santuario di Balai Vicino luogo della loro prima sepoltura. Nei giorni di Pentecoste si celebra in suo onore la Festha manna, ricorrenza più sentita e partecipata, cui sono associati eventi culturali, sagra del pesce e la regata del Pescatore a vela latina. All’attività velistica tradizionale è dedicata anche La Bordeggiata di fine giugno, nonchè una sezione del museo del porto, insieme alle memorie del XX secolo. Il museo Andrea Parodi, nel palazzo del Marchese, edificio di pregio del primo Ottocento, ripercorre vita e carriera del musicista portotorrese. In tema, a settembre va in scena Voci d’Europa, festival internazionale di musiche polifoniche.
Adagiato nell’estremo lembo nord-occidentale della Sardegna, Stintino si protende verso l’Asinara, quasi a toccarla. Proprio lì, dove la sfiora, mostra il suo capolavoro, La Pelosa: fondale limpido e bassissimo per decine di metri, sabbia candida e impalpabile, abbagliante e placido mare con tutte le tonalità dell’azzurro. Accanto alla ‘sorella maggiore’, c’è la Pelosetta, chiusa da un isolotto sovrastato da una torre aragonese (del 1578), simbolo della Pelosa. Da una ‘terrazza’ sulla spiaggia ‘tropicale’, a duecento metri d’altezza, godrai di un panorama unico su isola Piana e parco nazionale dell’Asinara, incontaminato e selvaggio: Stintino è il luogo d’imbarco più vicino per visitarlo. Il territorio stintinese è un lembo di terra tra due mari. A ovest il suggestivo ‘mare di fuori’, con costa alta e frastagliata alternata a calette di sabbia e ciottoli: da Capo Falcone, luogo selvaggio sorvegliato anch’esso da una torre spagnola (la più alta della Nurra) e sorvolato da falchi pellegrini e della regina, sino a Cala del Vapore, attraverso Valle della Luna e Coscia di donna. A est il ‘mare di dentro’, all’interno del golfo: costa bassa e riparata che dalla Pelosa, passando per L’Ancora e gli scogli di Punta Negra, arriva sino ai sassolini bianchi e tondi del lungo litorale de Le Saline ed Ezzi Mannu. In mezzo un’oasi naturale con stagni (Cesaraccio e Pilo), dove vivono airone rosso, garzetta e martin pescatore. In principio Stintino era un paesino di pescatori, del tutto simile a Cala d’Oliva sull’Asinara, borgo di provenienza delle 45 famiglie liguri, che lo fondarono nel 1885, quando il Regno d’Italia insediò sull’isola lazzaretto e colonia penale, ‘sfrattando’ gli abitanti. Il paese, Comune dal 1988, sorge in una lingua di terra tra due insenature - isthintìni significa ‘intestini’ - i porti ‘Vecchio’ e ‘Nuovo’, dove sono ormeggiati gozzi in legno a vela latina, di cui Stintino è ‘capitale’. Dal 1983 ne ospita una famosa regata. La storia del paese è indissolubilmente legata a pesca e lavorazione del tonno: la rivivrai nel museo delle Tonnare, che sorge nella tonnara ‘Saline’, attiva sino agli Settanta del XX secolo. Un tempo principale fonte economica, dal 2016 racconta il modus vivendi stintinese: farai un percorso lungo le ‘camere’ (le stesse che compongono le reti per i tonni), corredate da strumenti originali e immagini. Dopo la tonnara, ecco il turismo. A inizio XX secolo il borgo era meta di illustri famiglie sassaresi, come Berlinguer e Segni, negli anni Sessanta il boom: sorse una miriade di residenze turistiche e hotel sulla costa. Il paese, abitato in inverno da mille e 600 residenti, in estate è popolato da decine di migliaia di turisti. La pesca è alla base della tradizione culinaria: polpo in agliata e alla stintinese, zuppa d’aragosta, bottarga di tonno, frutti di mare e pescato fresco, da assaporare nei ristoranti delle stradine del borgo e della costa.
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Stintino
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Adagiato nell’estremo lembo nord-occidentale della Sardegna, Stintino si protende verso l’Asinara, quasi a toccarla. Proprio lì, dove la sfiora, mostra il suo capolavoro, La Pelosa: fondale limpido e bassissimo per decine di metri, sabbia candida e impalpabile, abbagliante e placido mare con tutte le tonalità dell’azzurro. Accanto alla ‘sorella maggiore’, c’è la Pelosetta, chiusa da un isolotto sovrastato da una torre aragonese (del 1578), simbolo della Pelosa. Da una ‘terrazza’ sulla spiaggia ‘tropicale’, a duecento metri d’altezza, godrai di un panorama unico su isola Piana e parco nazionale dell’Asinara, incontaminato e selvaggio: Stintino è il luogo d’imbarco più vicino per visitarlo. Il territorio stintinese è un lembo di terra tra due mari. A ovest il suggestivo ‘mare di fuori’, con costa alta e frastagliata alternata a calette di sabbia e ciottoli: da Capo Falcone, luogo selvaggio sorvegliato anch’esso da una torre spagnola (la più alta della Nurra) e sorvolato da falchi pellegrini e della regina, sino a Cala del Vapore, attraverso Valle della Luna e Coscia di donna. A est il ‘mare di dentro’, all’interno del golfo: costa bassa e riparata che dalla Pelosa, passando per L’Ancora e gli scogli di Punta Negra, arriva sino ai sassolini bianchi e tondi del lungo litorale de Le Saline ed Ezzi Mannu. In mezzo un’oasi naturale con stagni (Cesaraccio e Pilo), dove vivono airone rosso, garzetta e martin pescatore. In principio Stintino era un paesino di pescatori, del tutto simile a Cala d’Oliva sull’Asinara, borgo di provenienza delle 45 famiglie liguri, che lo fondarono nel 1885, quando il Regno d’Italia insediò sull’isola lazzaretto e colonia penale, ‘sfrattando’ gli abitanti. Il paese, Comune dal 1988, sorge in una lingua di terra tra due insenature - isthintìni significa ‘intestini’ - i porti ‘Vecchio’ e ‘Nuovo’, dove sono ormeggiati gozzi in legno a vela latina, di cui Stintino è ‘capitale’. Dal 1983 ne ospita una famosa regata. La storia del paese è indissolubilmente legata a pesca e lavorazione del tonno: la rivivrai nel museo delle Tonnare, che sorge nella tonnara ‘Saline’, attiva sino agli Settanta del XX secolo. Un tempo principale fonte economica, dal 2016 racconta il modus vivendi stintinese: farai un percorso lungo le ‘camere’ (le stesse che compongono le reti per i tonni), corredate da strumenti originali e immagini. Dopo la tonnara, ecco il turismo. A inizio XX secolo il borgo era meta di illustri famiglie sassaresi, come Berlinguer e Segni, negli anni Sessanta il boom: sorse una miriade di residenze turistiche e hotel sulla costa. Il paese, abitato in inverno da mille e 600 residenti, in estate è popolato da decine di migliaia di turisti. La pesca è alla base della tradizione culinaria: polpo in agliata e alla stintinese, zuppa d’aragosta, bottarga di tonno, frutti di mare e pescato fresco, da assaporare nei ristoranti delle stradine del borgo e della costa.
Colline arrotondate e ricoperte di verde mediterraneo, fauna caratteristica come l’asinello bianco, mille tonalità del mare e fondali ricchi di vita. Le ricchezze naturalistiche dell’Asinara, disseminate su 50 chilometri quadrati rientranti nel territorio di Porto Torres, sono parco nazionale (1997) e area marina protetta (2002). Prima della loro istituzione l’isola, separata dalla terraferma da isola Piana e passaggio di Fornelli, ha vissuto una storia singolare, che l’ha conservata integra. Le prime tracce umane sono le domus de Janas di Campu Perdu. L’area divenne nel XX secolo una delle diramazioni penali del carcere, in particolare vi sorsero le stalle dove lavoravano i carcerati. Non mancano anche testimonianze medievali: i ruderi del monastero camaldolese di sant’Andrea e il Castellaccio, su un colle raggiungibile da un sentiero. A partire dal 1600 sull’isola si insediò una comunità di pastori e pescatori. Istituiti colonia agricola e lazzaretto nel 1885, i residenti furono allontanati: 45 famiglie fondarono Stintino, oggi rinomata località turistica, da cui la potrai raggiungere con escursioni organizzate. Da non perdere è l’Ossario del 1936, contenente le ossa di settemila austroungarici deportati durante la Grande guerra. Per oltre un secolo l’Asinara è stata in isolamento, ancor più con l’istituzione del carcere di massima sicurezza (1975), dove finirono brigatisti, sequestratori e boss della malavita come Raffaele Cutolo e Totò Riina. Ammirerai una terra incontaminata, da percorrere in bici, a cavallo, a bordo di fuoristrada o trenini. Le coste misurano 110 chilometri: il versante occidentale sprofonda con ripide scogliere, quello orientale è sabbioso con scogli emergenti: qui sarai abbagliato da sabbia soffice e acque cristalline: cale sotto massima tutela, come sant’Andrea e d’Arena e, prima di Punta Scorno, la famosa Cala dei Ponzesi a Punta Sabina. Le acque attorno sono habitat di mammiferi marini e paradiso da esplorare: canaloni e spaccature custodiscono relitti, uno di fronte al molo di Cala Reale. Nell’insenatura c’è un paesino di fine XIX secolo, dove sorgevano lazzaretto e residenza dei reali di Savoia, oggi è sede di ministero dell’Ambiente e servizi turistici. Delle vicende storiche è testimone anche il borgo di case basse e bianche di Cala d’Oliva, dove risiedevano comandante delle diramazioni della colonia penale e famiglie delle guardie. Qui soggiornarono i magistrati dell’Antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
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Asinara
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Colline arrotondate e ricoperte di verde mediterraneo, fauna caratteristica come l’asinello bianco, mille tonalità del mare e fondali ricchi di vita. Le ricchezze naturalistiche dell’Asinara, disseminate su 50 chilometri quadrati rientranti nel territorio di Porto Torres, sono parco nazionale (1997) e area marina protetta (2002). Prima della loro istituzione l’isola, separata dalla terraferma da isola Piana e passaggio di Fornelli, ha vissuto una storia singolare, che l’ha conservata integra. Le prime tracce umane sono le domus de Janas di Campu Perdu. L’area divenne nel XX secolo una delle diramazioni penali del carcere, in particolare vi sorsero le stalle dove lavoravano i carcerati. Non mancano anche testimonianze medievali: i ruderi del monastero camaldolese di sant’Andrea e il Castellaccio, su un colle raggiungibile da un sentiero. A partire dal 1600 sull’isola si insediò una comunità di pastori e pescatori. Istituiti colonia agricola e lazzaretto nel 1885, i residenti furono allontanati: 45 famiglie fondarono Stintino, oggi rinomata località turistica, da cui la potrai raggiungere con escursioni organizzate. Da non perdere è l’Ossario del 1936, contenente le ossa di settemila austroungarici deportati durante la Grande guerra. Per oltre un secolo l’Asinara è stata in isolamento, ancor più con l’istituzione del carcere di massima sicurezza (1975), dove finirono brigatisti, sequestratori e boss della malavita come Raffaele Cutolo e Totò Riina. Ammirerai una terra incontaminata, da percorrere in bici, a cavallo, a bordo di fuoristrada o trenini. Le coste misurano 110 chilometri: il versante occidentale sprofonda con ripide scogliere, quello orientale è sabbioso con scogli emergenti: qui sarai abbagliato da sabbia soffice e acque cristalline: cale sotto massima tutela, come sant’Andrea e d’Arena e, prima di Punta Scorno, la famosa Cala dei Ponzesi a Punta Sabina. Le acque attorno sono habitat di mammiferi marini e paradiso da esplorare: canaloni e spaccature custodiscono relitti, uno di fronte al molo di Cala Reale. Nell’insenatura c’è un paesino di fine XIX secolo, dove sorgevano lazzaretto e residenza dei reali di Savoia, oggi è sede di ministero dell’Ambiente e servizi turistici. Delle vicende storiche è testimone anche il borgo di case basse e bianche di Cala d’Oliva, dove risiedevano comandante delle diramazioni della colonia penale e famiglie delle guardie. Qui soggiornarono i magistrati dell’Antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Quinta città sarda per abitanti (44 mila), Alghero è porta dell’Isola, grazie all’aeroporto di Fertilia, nonché uno dei suoi luoghi più amati, grazie a emozionanti passeggiate lungo i bastioni del porto, i tetti rossi che toccano il cielo e la splendida insenatura naturale affacciata sul mare smeraldo. Il suo litorale è lungo circa 90 chilometri, detto Riviera del Corallo: qui vive la maggiore colonia di corallo della qualità più pregiata. La spiaggia più nota è Le Bombarde: acque trasparenti, fondale sabbioso e limpido, meta di famiglie con bambini, giovani e appassionati di surf. Ad appena un chilometro di distanza, c’è il Lazzaretto, dieci calette con sabbia chiara e sottile. Un po’ più distante, all’interno della baia di Porto Conte, la rilassante spiaggia di Mugoni, sabbia dorata che si immerge in acque placide di un mare sempre calmo e cristallino, un’oasi totalmente riparata. In piena città, invece, c’è lo splendido Lido di San Giovanni, mentre, poco fuori dal centro abitato, le dune di sabbia coperte di ginepri secolari di Maria Pia. Gran parte della costa è protetta dall’area marina di Capo Caccia - Isola Piana, dove sono custoditi centinaia di tesori, tra cui la grotta di Nettuno, raggiungibile via terra, tramite l’Escala del Cabirol, e via mare, con imbarcazioni che partono dal porto turistico. Il parco di Porto Conte ti conquisterà con le sue distese di macchia mediterranea, le ricche zone boscose e la laguna del Calich. Le domus de Janas di santu Perdu, la necropoli di Anghelu Ruju e i complessi di Palmavera e sant’Imbenia, sono le testimonianze delle radici preistoriche di Alghero, a partire dal Neolitico. Il centro storico è la parte più affascinante della città. Un labirinto di vicoli che sbucano in piazze piene di vita. Le mura gialle e le case antiche rievocano le origini catalane del paese. Così come gli edifici religiosi: la cattedrale di Santa Maria (XVI secolo), le chiese del Carmelo (seconda metà del XVII), con il suo grande retablo dorato, di san Michele, con la caratteristica cupola in maiolica colorata, e di Sant’Anna (1735), in stile tardo-rinascimentale. A proposito di cultura, visita la Casa Manno, centro di ricerca con un ricco patrimonio di quadri, arredi, libri e manoscritti. Alghero è famosa per il corallo, che nell’arte manifatturiera locale viene unito all’oro in un felice connubio artistico. Imperdibile è il museo del Corallo, che ne svela storia e forme. Tra gli eventi, suggestivo è il Cap d’Any de l’Alguer, il capodanno, con spettacoli che animano il centro. Il momento più appassionato dell’anno è la Settimana Santa, con i riti religiosi della tradizione spagnola.
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Alghero
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Quinta città sarda per abitanti (44 mila), Alghero è porta dell’Isola, grazie all’aeroporto di Fertilia, nonché uno dei suoi luoghi più amati, grazie a emozionanti passeggiate lungo i bastioni del porto, i tetti rossi che toccano il cielo e la splendida insenatura naturale affacciata sul mare smeraldo. Il suo litorale è lungo circa 90 chilometri, detto Riviera del Corallo: qui vive la maggiore colonia di corallo della qualità più pregiata. La spiaggia più nota è Le Bombarde: acque trasparenti, fondale sabbioso e limpido, meta di famiglie con bambini, giovani e appassionati di surf. Ad appena un chilometro di distanza, c’è il Lazzaretto, dieci calette con sabbia chiara e sottile. Un po’ più distante, all’interno della baia di Porto Conte, la rilassante spiaggia di Mugoni, sabbia dorata che si immerge in acque placide di un mare sempre calmo e cristallino, un’oasi totalmente riparata. In piena città, invece, c’è lo splendido Lido di San Giovanni, mentre, poco fuori dal centro abitato, le dune di sabbia coperte di ginepri secolari di Maria Pia. Gran parte della costa è protetta dall’area marina di Capo Caccia - Isola Piana, dove sono custoditi centinaia di tesori, tra cui la grotta di Nettuno, raggiungibile via terra, tramite l’Escala del Cabirol, e via mare, con imbarcazioni che partono dal porto turistico. Il parco di Porto Conte ti conquisterà con le sue distese di macchia mediterranea, le ricche zone boscose e la laguna del Calich. Le domus de Janas di santu Perdu, la necropoli di Anghelu Ruju e i complessi di Palmavera e sant’Imbenia, sono le testimonianze delle radici preistoriche di Alghero, a partire dal Neolitico. Il centro storico è la parte più affascinante della città. Un labirinto di vicoli che sbucano in piazze piene di vita. Le mura gialle e le case antiche rievocano le origini catalane del paese. Così come gli edifici religiosi: la cattedrale di Santa Maria (XVI secolo), le chiese del Carmelo (seconda metà del XVII), con il suo grande retablo dorato, di san Michele, con la caratteristica cupola in maiolica colorata, e di Sant’Anna (1735), in stile tardo-rinascimentale. A proposito di cultura, visita la Casa Manno, centro di ricerca con un ricco patrimonio di quadri, arredi, libri e manoscritti. Alghero è famosa per il corallo, che nell’arte manifatturiera locale viene unito all’oro in un felice connubio artistico. Imperdibile è il museo del Corallo, che ne svela storia e forme. Tra gli eventi, suggestivo è il Cap d’Any de l’Alguer, il capodanno, con spettacoli che animano il centro. Il momento più appassionato dell’anno è la Settimana Santa, con i riti religiosi della tradizione spagnola.
Seppure dista circa dieci chilometri dalla città, è per antonomasia la spiaggia di Sassari: un’enorme distesa di sabbia chiara che si immerge in un mare dai colori cangianti dal verde all’azzurro. La spiaggia di Platamona - il nome indica una superficie piana e larga - è la più lunga e profonda di tutto il litorale che va da Porto Torres a Castelsardo: si sviluppa dalla torre di Abbacurrente e si unisce alla Marina di Sorso. L’intera fascia costiera è di circa 15 chilometri con larghezza dai 10 ai 30 metri, suddivisa in ‘pettini’ all’interno dei Comuni di Porto Torres, Sassari e Sorso. La composizione della sabbia è variabile a seconda della zona: a grani medi, compatta e di colore dorato nella parte più orientale, più chiara via via che ci si sposta verso la parte occidentale, dove sono presenti anche delle piccole dune sormontate da cespugli di macchia mediterranea e flora costiera, tra cui gigli marini. In alcuni tratti sono presenti anche piccoli ciottoli levigati e conchiglie, portate dalle correnti. In molti punti vedrai le dune intatte con alle spalle una grande e accogliente pineta, lunga come la spiaggia. Nelle immediate vicinanze si stende lo specchio d’acqua dolce omonimo, alimentato dal rio Buddi Buddi, dove nidificano aironi bianchi, germani e polli sultani. Il fondale basso e sabbioso la rende luogo ideale per famiglie con bambini. Quando soffia il vento, il mare regala infinite emozioni agli appassionati di surf e windsurf. Platamona è molto amata dai bagnanti anche perché offre numerosi servizi. Ha un ampio parcheggio, attrezzato anche per i camper, aree campeggio ed è accessibile a diversamente abili. Potrai noleggiare attrezzatura balneare per momenti di relax e patini per navigare sottocosta.
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Platamona
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Seppure dista circa dieci chilometri dalla città, è per antonomasia la spiaggia di Sassari: un’enorme distesa di sabbia chiara che si immerge in un mare dai colori cangianti dal verde all’azzurro. La spiaggia di Platamona - il nome indica una superficie piana e larga - è la più lunga e profonda di tutto il litorale che va da Porto Torres a Castelsardo: si sviluppa dalla torre di Abbacurrente e si unisce alla Marina di Sorso. L’intera fascia costiera è di circa 15 chilometri con larghezza dai 10 ai 30 metri, suddivisa in ‘pettini’ all’interno dei Comuni di Porto Torres, Sassari e Sorso. La composizione della sabbia è variabile a seconda della zona: a grani medi, compatta e di colore dorato nella parte più orientale, più chiara via via che ci si sposta verso la parte occidentale, dove sono presenti anche delle piccole dune sormontate da cespugli di macchia mediterranea e flora costiera, tra cui gigli marini. In alcuni tratti sono presenti anche piccoli ciottoli levigati e conchiglie, portate dalle correnti. In molti punti vedrai le dune intatte con alle spalle una grande e accogliente pineta, lunga come la spiaggia. Nelle immediate vicinanze si stende lo specchio d’acqua dolce omonimo, alimentato dal rio Buddi Buddi, dove nidificano aironi bianchi, germani e polli sultani. Il fondale basso e sabbioso la rende luogo ideale per famiglie con bambini. Quando soffia il vento, il mare regala infinite emozioni agli appassionati di surf e windsurf. Platamona è molto amata dai bagnanti anche perché offre numerosi servizi. Ha un ampio parcheggio, attrezzato anche per i camper, aree campeggio ed è accessibile a diversamente abili. Potrai noleggiare attrezzatura balneare per momenti di relax e patini per navigare sottocosta.
Una mezzaluna di sabbia lunga due chilometri, i cui granelli sottili dal particolare colore ambrato scuro, a tratti rossastro, a tratti dorato, si mescolano a conchiglie, incastonata tra l’area marina protetta di Capo Caccia e il capo dell’Argentiera. La bella e profonda baia di Porto Ferro è il limite nord della Riviera del Corallo, un’enclave costiera di Sassari, distante venti chilometri da Alghero. Al suo interno ‘protegge’ una delle spiagge più ampie dell’impervia costa della Nurra, nonché scelte tra le più belle della Sardegna dal Touring Club Italia, e più ‘sostenibili’ dalla FEE (Foundation for Environmental Education), insignita della Bandiera Blu nel triennio 2016-18. L’insenatura, dove affiora qua e là qualche scoglio, è bagnata da acque limpide dalle sfumature verde smeraldo e azzurro cangiante, ed è incorniciata, alle estremità, da promontori di trachite rossastra punteggiati da macchia mediterranea, alle spalle da una bella pineta. Gli alberi, insieme a dune di sabbia coperte di gigli marini, separano la spiaggia dallo splendido scenario del lago di Baratz, unico naturale dell’Isola. A presidiare la baia dall’alto spiccano tre torri d’avvistamento, costruite dagli spagnoli del XVII secolo contro la minaccia saracena: di Bantine Sale (o Torre Mozza) a sud, Negra e Bianca (o di Airadu) a nord. Vicino sorgeva anche il villaggio medievale di Barace, i cui abitanti commerciavano il sale. La spiaggia, mai affollata, è dotata di parcheggi e punti ristoro. Il fondale degrada dolcemente dalla riva, vento frequente e alte onde la rendono meta per appassionati di surf e windsurf. La parte settentrionale, vicino alla torre Bianca, è frequentata da amanti del naturismo, inserita dal portale web inglese di viaggi e vacanze Skyscanner al quinto posto tra le spiagge nudiste più belle d’Europa. A nord di Porto Ferro, sempre nel territorio di Sassari, troverai l’incantevole Porto Palmas, anche’essa spiaggia Bandiera Blu, e cala dell’Argentiera, contornata da uno scenario di archeologia industriale, ossia gli stabilimenti di una miniera molto attiva, nei secoli, sino al 1962, e sfruttata per ricche riserve di piombo, argento e zinco. Il villaggio minerario fantasma rende suggestiva l’atmosfera di una cala con sabbia mista a ghiaia, dove i luccichii del mare contrastano con le rocce brune attorno. A sud di Porto Ferro, all’interno dell’area marina di Capo Caccia, la tranquillità di Mugoni, una distesa di due chilometri di sabbia chiara e morbida che si immerge nel mare verde smeraldo, completamente riparato dentro la baia di Porto Conte. Alle spalle un bosco di pini ed eucalipti rendono lo scenografia da paradiso tropicale. È una delle infinite attrazioni della costa di Alghero, che si estende per circa 90 chilometri. Tra le spiagge da non perdere: Le Bombarde, la più famosa; la spiaggia e le deliziose calette del Lazzaretto, i tre chilometri di sabbia morbida del Lido ‘cittadino’ e le dune sabbiose coperte di ginepri secolari di Maria Pia. E ancora Punta Negra, Cala Dragunara, attracco del battello per la visita alla Grotta di Nettuno, le spiagge di Capo Caccia e le cale lungo la strada per Bosa: Cala Bona e del Burantì.
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Porto Ferro station
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Una mezzaluna di sabbia lunga due chilometri, i cui granelli sottili dal particolare colore ambrato scuro, a tratti rossastro, a tratti dorato, si mescolano a conchiglie, incastonata tra l’area marina protetta di Capo Caccia e il capo dell’Argentiera. La bella e profonda baia di Porto Ferro è il limite nord della Riviera del Corallo, un’enclave costiera di Sassari, distante venti chilometri da Alghero. Al suo interno ‘protegge’ una delle spiagge più ampie dell’impervia costa della Nurra, nonché scelte tra le più belle della Sardegna dal Touring Club Italia, e più ‘sostenibili’ dalla FEE (Foundation for Environmental Education), insignita della Bandiera Blu nel triennio 2016-18. L’insenatura, dove affiora qua e là qualche scoglio, è bagnata da acque limpide dalle sfumature verde smeraldo e azzurro cangiante, ed è incorniciata, alle estremità, da promontori di trachite rossastra punteggiati da macchia mediterranea, alle spalle da una bella pineta. Gli alberi, insieme a dune di sabbia coperte di gigli marini, separano la spiaggia dallo splendido scenario del lago di Baratz, unico naturale dell’Isola. A presidiare la baia dall’alto spiccano tre torri d’avvistamento, costruite dagli spagnoli del XVII secolo contro la minaccia saracena: di Bantine Sale (o Torre Mozza) a sud, Negra e Bianca (o di Airadu) a nord. Vicino sorgeva anche il villaggio medievale di Barace, i cui abitanti commerciavano il sale. La spiaggia, mai affollata, è dotata di parcheggi e punti ristoro. Il fondale degrada dolcemente dalla riva, vento frequente e alte onde la rendono meta per appassionati di surf e windsurf. La parte settentrionale, vicino alla torre Bianca, è frequentata da amanti del naturismo, inserita dal portale web inglese di viaggi e vacanze Skyscanner al quinto posto tra le spiagge nudiste più belle d’Europa. A nord di Porto Ferro, sempre nel territorio di Sassari, troverai l’incantevole Porto Palmas, anche’essa spiaggia Bandiera Blu, e cala dell’Argentiera, contornata da uno scenario di archeologia industriale, ossia gli stabilimenti di una miniera molto attiva, nei secoli, sino al 1962, e sfruttata per ricche riserve di piombo, argento e zinco. Il villaggio minerario fantasma rende suggestiva l’atmosfera di una cala con sabbia mista a ghiaia, dove i luccichii del mare contrastano con le rocce brune attorno. A sud di Porto Ferro, all’interno dell’area marina di Capo Caccia, la tranquillità di Mugoni, una distesa di due chilometri di sabbia chiara e morbida che si immerge nel mare verde smeraldo, completamente riparato dentro la baia di Porto Conte. Alle spalle un bosco di pini ed eucalipti rendono lo scenografia da paradiso tropicale. È una delle infinite attrazioni della costa di Alghero, che si estende per circa 90 chilometri. Tra le spiagge da non perdere: Le Bombarde, la più famosa; la spiaggia e le deliziose calette del Lazzaretto, i tre chilometri di sabbia morbida del Lido ‘cittadino’ e le dune sabbiose coperte di ginepri secolari di Maria Pia. E ancora Punta Negra, Cala Dragunara, attracco del battello per la visita alla Grotta di Nettuno, le spiagge di Capo Caccia e le cale lungo la strada per Bosa: Cala Bona e del Burantì.
È la porzione marina del grande ecosistema del parco di Porto Conte, del quale fa parte dal 2002. L’area protetta di Capo Caccia ­ Isola Piana, si trova nel territorio di Alghero e comprende la baia di Porto Conte e il tratto tra Punta Giglio e Capo Caccia: un patrimonio naturale dal valore inestimabile, impreziosito da calcari ricchi di fossili e rare piante sulle rupi. Visiterai siti naturalistici e archeologici con itinerari di trekking e speleologici: come Le Prigionette, foresta con asinelli bianchi, cavallini della Giara e daini, e - previo permesso – la Grotta Verde, dove troverai testimonianze di settemila anni fa: forse destinata a defunti e corredi funebri, vi sono stati ritrovati fossili umani, ceramiche e graffiti. Se l’archeologia ti appassiona, nel parco, non perderti anche i complessi nuragici di Palmavera e sant’Imbenia e i resti romani: villa di sant’Imbenia e ponte sul Calich. I sentieri dell’area marina salgono in luoghi panoramici come Cala della Barca, nome derivante da un vascello francese affondato qui nel 1664. Nel paradiso delle grotte farai bird watching: lembi rocciosi sospesi a 300 metri sul mare sono popolati da volatili come il grifone nelle scogliere più impervie e il falco pellegrino a Punta Cristallo. L’area ha diversi livelli di tutela: la zona A è interdetta, mentre nelle riserve - di Punta del Cerchio e Cala del Bollo e di Porto Conte – ti immergerai in fondali ideali per il diving. Tra canaloni e guglie, osserverai imponenti strati di alghe calcaree e praterie di posidonia, con pesci, molluschi e crostacei. Enormi massicci precipitano in acqua con pareti costellate di cavità aeree e marine. Raggiungerai la grotta di Nettuno grazie all’Escala del Cabiròl oppure con servizi navetta da porto cittadino e Cala Dragunara, costeggiando Capo Galera e la caratteristica isola di Foradada. L’interno, visitabile per quasi 600 metri, ospita suggestivi ambienti con stalattiti e stalagmiti e un lago. La grotta sommersa di Nereo è la più estesa d’Europa: in immersione si entra a 32 metri di profondità e si esce da un’altra apertura a quindici, dopo un percorso di 350 metri tra gallerie e camere. Oltre alle due più note, ci sono le grotte del Giglio, del Pozzo, del Falco e il tunnel azzurro, che attraversa il promontorio tra Cala della Barca e Cala Puntetta, consentendo il passaggio a basse profondità da una parte all’altra. Esplorerai un mondo misterioso e affascinante, dove scoprire forme di vita, come il corallo rosso, simbolo della costa algherese, nota come Riviera del Corallo.
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Capo Caccia
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È la porzione marina del grande ecosistema del parco di Porto Conte, del quale fa parte dal 2002. L’area protetta di Capo Caccia ­ Isola Piana, si trova nel territorio di Alghero e comprende la baia di Porto Conte e il tratto tra Punta Giglio e Capo Caccia: un patrimonio naturale dal valore inestimabile, impreziosito da calcari ricchi di fossili e rare piante sulle rupi. Visiterai siti naturalistici e archeologici con itinerari di trekking e speleologici: come Le Prigionette, foresta con asinelli bianchi, cavallini della Giara e daini, e - previo permesso – la Grotta Verde, dove troverai testimonianze di settemila anni fa: forse destinata a defunti e corredi funebri, vi sono stati ritrovati fossili umani, ceramiche e graffiti. Se l’archeologia ti appassiona, nel parco, non perderti anche i complessi nuragici di Palmavera e sant’Imbenia e i resti romani: villa di sant’Imbenia e ponte sul Calich. I sentieri dell’area marina salgono in luoghi panoramici come Cala della Barca, nome derivante da un vascello francese affondato qui nel 1664. Nel paradiso delle grotte farai bird watching: lembi rocciosi sospesi a 300 metri sul mare sono popolati da volatili come il grifone nelle scogliere più impervie e il falco pellegrino a Punta Cristallo. L’area ha diversi livelli di tutela: la zona A è interdetta, mentre nelle riserve - di Punta del Cerchio e Cala del Bollo e di Porto Conte – ti immergerai in fondali ideali per il diving. Tra canaloni e guglie, osserverai imponenti strati di alghe calcaree e praterie di posidonia, con pesci, molluschi e crostacei. Enormi massicci precipitano in acqua con pareti costellate di cavità aeree e marine. Raggiungerai la grotta di Nettuno grazie all’Escala del Cabiròl oppure con servizi navetta da porto cittadino e Cala Dragunara, costeggiando Capo Galera e la caratteristica isola di Foradada. L’interno, visitabile per quasi 600 metri, ospita suggestivi ambienti con stalattiti e stalagmiti e un lago. La grotta sommersa di Nereo è la più estesa d’Europa: in immersione si entra a 32 metri di profondità e si esce da un’altra apertura a quindici, dopo un percorso di 350 metri tra gallerie e camere. Oltre alle due più note, ci sono le grotte del Giglio, del Pozzo, del Falco e il tunnel azzurro, che attraversa il promontorio tra Cala della Barca e Cala Puntetta, consentendo il passaggio a basse profondità da una parte all’altra. Esplorerai un mondo misterioso e affascinante, dove scoprire forme di vita, come il corallo rosso, simbolo della costa algherese, nota come Riviera del Corallo.
Un villaggio minerario abbandonato e una cala dal mare con i riflessi d’argento. L’Argentiera è uno dei luoghi più avventurosi e ricchi di fascino che offre il territorio di Sassari. Qui un tempo si estraeva piombo argentifero e zinco. Era fine Ottocento quando il villaggio ha iniziato la sua attività, chiusa nel 1962, ma, ancora oggi, per gli appassionati dell’archeologia industriale è possibile ammirare un luogo unico al mondo che fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO. Il tutto incastonato in una cornice di pietre argentate e lambito da due ampie spiagge dall’acqua limpida e trasparente. L’impatto appena si arriva è di sicuro effetto. La laveria in legno pitch-pine, le costruzioni e la chiesetta, costruita negli anni Quaranta proprio in cima ad una lunga scalinata a dominare tutto l’insediamento, il vecchio cinema a pochi passi dal mare. Tutto qui ricorda che un tempo questo luogo era un microcosmo dove si lavorava e si viveva. Questo tratto di costa presenta un susseguirsi di pareti ripide, a strapiombo sul mare, di capi e promontori che delimitano baie e cale di spettacolare e selvaggia bellezza accessibili dal mare o, in qualche caso, via terra attraverso stretti sentieri. Lungo questa scogliera ininterrotta si trovano alcune insenature sabbiose, sotto il villaggio dell’Argentiera, a Porto Palmas e presso lo Scoglio Businco. La vegetazione è costituita prevalentemente dalla macchia mediterranea, in alcuni tratti molto fitta. I fondali marini si presentano irregolari, con speroni rocciosi ricchi di anfratti e di cavità che danno ospitalità a una gran varietà di forme di vita. Il villaggio dell’Argentiera nasce come borgo di minatori e prende il nome dal materiale estratto dai giacimenti di piombo e zinco argentifero. La Miniera dell'Argentiera è aperta dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17 (domenica apertura su appuntamento - telefono 340 1400626). PORTO PALMAS Le pareti ripide di questa costa si interrompono solo in corrispondenza della cala di Porto Palmas e del villaggio dell’Argentiera, dove si trovano le uniche spiagge della zona. In particolare Porto Palmas è l’unico approdo nel raggio di qualche miglio che offra la possibilità di alare un’imbarcazione in mare. La spiaggia è una mezzaluna di sabbia bianca, con ai lati basse scogliere che la proteggono dal vento e dalle correnti, rendendola ideale per le famiglie con bambini. LAMPIANU La spiaggia di Lampianu si trova nei pressi del Villaggio Nurra, un villaggio turistico in disuso. Seguendo l’indicazione a Nord si arriva alla scogliera antistante Scoglio Businco. La strada a sud porta ad una ripida scalinata per la quale si accede alla spiaggia di Lampianu. La zona è selvaggia e poco frequentata e il mare incontaminato. Un’immersione con solo maschera, boccaglio e pinne, svelerà una miriade di organismi marini dai colori vivaci e brillanti. Come arrivare L’Argentiera si trova nella località omonima ed è raggiungibile in circa 45 minuti, partendo da Sassari, tramite SS291var e Strada Provinciale 18/SP18. Per chi arriva da Porto Torres raggiungibile in circa 39 minuti tramite SP42 e Strada Provinciale 18/SP18.
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Argentiera
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Un villaggio minerario abbandonato e una cala dal mare con i riflessi d’argento. L’Argentiera è uno dei luoghi più avventurosi e ricchi di fascino che offre il territorio di Sassari. Qui un tempo si estraeva piombo argentifero e zinco. Era fine Ottocento quando il villaggio ha iniziato la sua attività, chiusa nel 1962, ma, ancora oggi, per gli appassionati dell’archeologia industriale è possibile ammirare un luogo unico al mondo che fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO. Il tutto incastonato in una cornice di pietre argentate e lambito da due ampie spiagge dall’acqua limpida e trasparente. L’impatto appena si arriva è di sicuro effetto. La laveria in legno pitch-pine, le costruzioni e la chiesetta, costruita negli anni Quaranta proprio in cima ad una lunga scalinata a dominare tutto l’insediamento, il vecchio cinema a pochi passi dal mare. Tutto qui ricorda che un tempo questo luogo era un microcosmo dove si lavorava e si viveva. Questo tratto di costa presenta un susseguirsi di pareti ripide, a strapiombo sul mare, di capi e promontori che delimitano baie e cale di spettacolare e selvaggia bellezza accessibili dal mare o, in qualche caso, via terra attraverso stretti sentieri. Lungo questa scogliera ininterrotta si trovano alcune insenature sabbiose, sotto il villaggio dell’Argentiera, a Porto Palmas e presso lo Scoglio Businco. La vegetazione è costituita prevalentemente dalla macchia mediterranea, in alcuni tratti molto fitta. I fondali marini si presentano irregolari, con speroni rocciosi ricchi di anfratti e di cavità che danno ospitalità a una gran varietà di forme di vita. Il villaggio dell’Argentiera nasce come borgo di minatori e prende il nome dal materiale estratto dai giacimenti di piombo e zinco argentifero. La Miniera dell'Argentiera è aperta dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17 (domenica apertura su appuntamento - telefono 340 1400626). PORTO PALMAS Le pareti ripide di questa costa si interrompono solo in corrispondenza della cala di Porto Palmas e del villaggio dell’Argentiera, dove si trovano le uniche spiagge della zona. In particolare Porto Palmas è l’unico approdo nel raggio di qualche miglio che offra la possibilità di alare un’imbarcazione in mare. La spiaggia è una mezzaluna di sabbia bianca, con ai lati basse scogliere che la proteggono dal vento e dalle correnti, rendendola ideale per le famiglie con bambini. LAMPIANU La spiaggia di Lampianu si trova nei pressi del Villaggio Nurra, un villaggio turistico in disuso. Seguendo l’indicazione a Nord si arriva alla scogliera antistante Scoglio Businco. La strada a sud porta ad una ripida scalinata per la quale si accede alla spiaggia di Lampianu. La zona è selvaggia e poco frequentata e il mare incontaminato. Un’immersione con solo maschera, boccaglio e pinne, svelerà una miriade di organismi marini dai colori vivaci e brillanti. Come arrivare L’Argentiera si trova nella località omonima ed è raggiungibile in circa 45 minuti, partendo da Sassari, tramite SS291var e Strada Provinciale 18/SP18. Per chi arriva da Porto Torres raggiungibile in circa 39 minuti tramite SP42 e Strada Provinciale 18/SP18.

Offerta gastronomica

Pizzeria a 5 minuti da casa / possibile anche la consegna a domicilio
Il Pomodoro Pizzeria Ristorante
18 Via Giovanni Bruno
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Pizzeria Paninoteca Lo Squalo Bianco da asporto /a 5 minuti da casa in auto
Via De Cupis, 34
34 Via De Cupis
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Cucina alla brace e l'arte dello Chef Andreini a Sassari nel centro stroico
Ristorante Liberty
Piazza Nazario Sauro
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Il posto ideale a Sassari per gustare tutto il meglio della buona carne alla brace. Scegli il tuo pezzo di carne preferito direttamente dalla vetrina e fallo cucinare dallo chef Manuel.
Braceria Mangiafuoco
8 Via Alceo Cattalochino
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Ottima trattoria nel centro di Sassari a prezzi modici. Piatti tipici della tradizione Sassarese in un ambiente semplice.
Zia Forica
39 Corso Margherita di Savoia
Ottima trattoria nel centro di Sassari a prezzi modici. Piatti tipici della tradizione Sassarese in un ambiente semplice.
ottimo ristorante trattoria nel centro storico di Sassari. Buon rapporto qualità prezzo in un ambiente casual.
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Il Vecchio Mulino
5 Via Frigaglia
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ottimo ristorante trattoria nel centro storico di Sassari. Buon rapporto qualità prezzo in un ambiente casual.
Per assaggiare il maialetto arrosto e il pane frattau. In estate si può mangiare nel giardino.
Tenuta Li Lioni
Strada SS131 Strada 11
Per assaggiare il maialetto arrosto e il pane frattau. In estate si può mangiare nel giardino.
Ristorante Pizzeria La Cascina
117 SS131
Ottima pizza
Pizze da asporto ma è possibile anche mangiarla lì in piccoli tavoli da muro e sgabelli. Ingredienti locali freschi con impasti di ogni genere, normale, multi cereali, curcuma etc etc . Disponibili anche panini e pizze dolci
L' Era Della Pizza
19 Via Vittorino Era
Pizze da asporto ma è possibile anche mangiarla lì in piccoli tavoli da muro e sgabelli. Ingredienti locali freschi con impasti di ogni genere, normale, multi cereali, curcuma etc etc . Disponibili anche panini e pizze dolci

Cantine vino

Tenuta Asinara Bistrot & Degustazione La tenuta è posizionata sulle colline fronte mare che guardano l’omonima isola Parco Nazionale d’Italia. La proposta abbina la passeggiata nei vigneti alla degustazione dei nostri vini accompagnati da eccellenze gastronomiche del territorio. Le degustazioni curate da sommelier, durano 60 minuti e danno la possibilità di assaggiare 4 vini rappresentativi dell’azienda al costo di venti euro a persona. Offre la possibilità di integrare la degustazione con un altro vino, scelto dalla nostra carta del giorno e godere del panorama dell’ esclusivo patio vista mare. Le degustazioni sono tenute in lingua italiana ed inglese. In loco si effettua vendita diretta e si accettano tutte le carte di credito e bancomat.
Tenuta Asinara Degustazioni
32 Strada Statale 200 dell'Anglona
Tenuta Asinara Bistrot & Degustazione La tenuta è posizionata sulle colline fronte mare che guardano l’omonima isola Parco Nazionale d’Italia. La proposta abbina la passeggiata nei vigneti alla degustazione dei nostri vini accompagnati da eccellenze gastronomiche del territorio. Le degustazioni curate da sommelier, durano 60 minuti e danno la possibilità di assaggiare 4 vini rappresentativi dell’azienda al costo di venti euro a persona. Offre la possibilità di integrare la degustazione con un altro vino, scelto dalla nostra carta del giorno e godere del panorama dell’ esclusivo patio vista mare. Le degustazioni sono tenute in lingua italiana ed inglese. In loco si effettua vendita diretta e si accettano tutte le carte di credito e bancomat.
La tenuta, immersa in un incredibile parco botanico circondato da oltre 520 ettari di vigneto, si estende per 650 ettari. Al centro un borgo soleggiato, accarezzato dal vento di maestrale, a raccontare una storia di persone, di operosità, di tradizione e cultura.
19 locals recommend
Tenute Sella & Mosca
Strada Provinciale 42 dei Due Mari
19 locals recommend
La tenuta, immersa in un incredibile parco botanico circondato da oltre 520 ettari di vigneto, si estende per 650 ettari. Al centro un borgo soleggiato, accarezzato dal vento di maestrale, a raccontare una storia di persone, di operosità, di tradizione e cultura.

City advice

Getting around

Il modo più rapido per spostarsi in città è a piedi.

Posteggia l’auto nel parcheggio a pagamento dell’Emiciclo Garibaldi. Paghi con contanti, carta di credito o bancomat.
Don't miss

La cattedrale di San Nicola

Attenzione che la cattedrale apre la mattina e il pomeriggio con una pausa pranzo.
Don't miss

Street food sassarese pizzetta al taglio e la fainè di ceci

Da pizzeria Coco in via Rosello o all’Emiciclo Garibaldi.